Aborto farmacologico nei consultori

Insieme alla ginecologa Marina Toschi abbiamo analizzato come funziona la somministrazione delle pillole che si assumono per interrompere la gravidanza con il metodo farmacologico, passando in rassegna le regioni in cui questo metodo è usato all’interno dei consultori familiari.

Come sancisce la circolare del Ministero della Salute emanata il 12 agosto 2020, l’IVG farmacologica può essere eseguita, oltre che in regime ospedaliero (sia ordinario, sia day hospital), anche presso strutture ambulatoriali pubbliche adeguatamente attrezzate, funzionalmente collegate all’ospedale e autorizzate dalle regioni, nonché presso i consultori.

Nonostante la circolare sia stata emanata cinque anni fa, ad oggi sono solo due le regioni in cui è possibile somministrare l’RU-486 nei consultori: il Lazio (dal 2021) e l’Emilia Romagna (dal 2023). “Nel 2024 (indagine in corso) la Provincia autonoma di Trento ha comunicato l’apertura di 10 punti nei consultori che dovrebbero offrire l’aborto farmacologico” (spiega il report Istat “L’IVG in un’ottica generazionale” 2024).

Crediamo che la pillola abortiva possa e debba essere somministrata all’interno dei consultori familiari dove, per legge, non possono essere presenti medic3 obiettor3, evitando numerose forme di violenza ostetrica e ginecologica, tra cui: scontrarsi con personale obiettore o essere obbligat3 a stare nelle sale di attesa ospedaliere insieme alle donne che devono partorire, come accade ogni giorno nella stragrande maggioranza delle strutture ospedaliere.