In Sicilia l’ARS, con l’articolo 3 del DDL 738 ha approvato una norma storica che obbliga le strutture sanitarie ad assumere medic3 non obiettor3, tramite concorso pubblico.
Ma non basta scriverla: va fatta rispettare. Troppi ospedali ancora negano l’accesso all’IG, nascondendosi dietro tassi d’obiezione altissimi, omissioni gravi e silenzi di sistema.
È il momento di spostare lo sguardo: non su chi abortisce, ma su chi per legge dovrebbe garantire il servizio e invece si rifiuta. L3 obiettor3 non possono eludere obblighi fondamentali. Ora servono controllo e trasparenza.
Nell’intervista rilasciata a Marie Claire spieghiamo il nostro punto di vista, che segue nelle prossime righe in modo più approfondito.
La Sicilia è la regione con la maggiore estensione territoriale d’Italia, dove le infrastrutture sono più che carenti. Le città in cui si può ricorrere all’ IVG farmacologica sono Palermo nel versante occidentale e, ci aspetteremo Catania in quello orientale, invece no! Nella seconda città più grande, in nessuno dei tre ospedali si può ricorrere all’ aborto farmacologico. Quindi una donna o soggettività che intende abortire se è nel versante orientale deve percorrere km, rimbalzi e trattamenti disumani da parte della stragrande maggiore del personale sanitario che risponde al telefono o in accettazione per andare a Modica, a Ragusa o a Messina.
E noi abbiamo queste informazioni perché abbiamo creato una mappatura degli ospedali in Sicilia, ci siamo divise (con il supporto di un gruppo di volontarie) gli ospedali da chiamare (e richiamare e richiamare) per avere queste informazioni, oppure siamo riuscite a strapparle attraverso medici che conosciamo o abbiamo conosciuto. Immaginate una persona che scopre di essere incinta e intende abortire, e non trova informazioni perché i siti web non sono aggiornati o gli ambulatori o i CUP non rispondono.
Sono infiniti gli ostacoli! Anche perché non è detto che se mappi un ospedale e hai la fortuna di avere un equipe non obiettrice, l’ indomani cambia l’ organigramma senza alcuna info pubblica a riguardo, quindi ti ritrovi punti e a capo. È veramente complesso, ma noi continuiamo nella nostra lotta e nell’ aggiornamento delle info che la sanità pubblica regionale dovrebbe facilitare o quantomeno pubblicare affinché la donna si ritrovi ospedale, orario e luogo aggiornati.
Con riguardo alla legge, pensiamo che sia un segnale importante, sia perché pone i riflettori su un fenomeno sconcertante che continua ad essere una zona grigia dal 1978: il mantenimento fisso e costante di un numero minimo di non obiettori negli ospedali. Sia perché è una norma che va controcorrente rispetto alla retorica e alla propaganda antiabortista del governo. Dopodiché, non stiamo qui a festeggiare, ma attendiamo i 90 giorni che passeranno prima che passi il decreto attuativo e si regolamenti con precisione il modo in cui gli ospedali riusciranno a normare l’anarchia dell’ obiezione di coscienza dentro le strutture ospedaliere.
Vigileremo su questo


