Aborto clandestino: gli anni ’70 e l’introduzione dell’IVG

Abortire negli anni ’70 nella maggior parte dei casi equivaleva ad andare incontro alla morte. Questo valeva soprattutto per le donne meno abbienti che ricorrevano a metodi clandestini senza un servizio sanitario disposto a supportarle; valeva meno per le donne ricche che potevano usufruire, sempre clandestinamente, dei favori degli studi medici privati.

Queste sono alcune delle testimonianze che il Dottore Ernesto Melluso, ginecologo palermitano e memoria storica dell’aborto in Sicilia, ci ha raccontato grazie alla sua esperienza di medico non obiettore che ha lottato in prima linea per garantire il diritto all’aborto. In questo video ci racconta com’era la situazione negli anni ’70, prima che entrasse in vigore la legge n. 194/78 “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria di gravidanza”. Conoscere il passato, quel che le donne hanno dovuto subire a causa di un vuoto normativo e di politiche oscurantiste, e quel che medici non obiettori, come il Dottor Melluso, hanno dovuto rischiare (come ad esempio fare aborti clandestini in ospedale) è di fondamentale importanza per non ripetere gli stessi errori nel presente e non permettere che su questo tema si aprano spiragli di regressione.

Dall'aborto clandestino all'IVG

L’influenza degli interessi della Chiesa nello Stato e, in particolare, negli ospedali – che nel 1978 erano ancora enti autonomi, dato che il sistema sanitario nazionale sarebbe nato di lì a poco – si ripercuoteva tanto sui corpi, quanto sul senso di colpa delle donne. Sovente accadeva che, dentro quegli ospedali in cui la Chiesa faceva parte del Consiglio di Amministrazione, mentre si svolgevano le interruzioni volontarie di gravidanza [IVG] venivano improvvisate delle vere e proprie processioni atte a boicottare l’azione dei medici non obiettori di coscienza.

Il Dottor Ernesto Melluso ci racconta questo ed altro in questo video, spiegandoci cosa è cambiato dopo l’introduzione della legge 194 del 1978 che ha introdotto l’IVG nel nostro ordinamento. Ginecologo di vecchia guardia, nei primi anni ’70, pur di contrastare il pericolo di morte per le tante donne che ricorrevano a metodi alternativi per l’aborto (vedi l’apiolo, ovvero il decotto di prezzemolo; il ricorso alle “mammane”, ovvero donne che si improvvisavano ostetriche in casa utilizzando strumenti rudimentali; o ancora la laminaria, un’alga con effetto dilatante sul collo dell’utero), il Dottore Melluso operava IVG clandestinamente in ospedale.

Dopo l’introduzione della legge nel 1978 ebbe modo di uscire dalla clandestinità e sperimentare, in un primo momento, il metodo svedese delle cannule di Karman e, successivamente, fu tra i primi a somministrare la pillola abortiva RU-486.